Keplero by MARIA LOMBARDI ANNA

Keplero by MARIA LOMBARDI ANNA

autore:MARIA LOMBARDI, ANNA [MARIA LOMBARDI, ANNA]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Due questioni fondamentali

Al fine di elaborare un efficiente modello musicale, tra le questioni che venivano dibattute dagli studiosi dell’epoca erano fondamentali quelle legate al fenomeno della consonanza e alla divisione dell’ottava. Entrambe costituirono per secoli due insolubili enigmi.

Il problema della consonanza

L’ascolto, simultaneo o consecutivo, di due suoni scelti a caso non induce in generale un effetto piacevole; questo perché, nella maggior parte dei casi, gli intervalli sono «dissonanti». Se però si varia lentamente la frequenza di uno dei due suoni, mantenendo costante quella dell’altro, si può osservare come, per alcune particolari combinazioni, si avverte un’improvvisa sensazione piacevole, come se le due note prodotte in quel momento avessero tra loro una precisa affinità. Questa sensazione, chiamata consonanza, non è legata all’altezza assoluta dei suoni, bensì ai particolari rapporti matematici esistenti tra le loro frequenze. Qui per «rapporto» si intende non una relazione qualsiasi, ma la frazione che si ottiene considerando come numeratore e denominatore le frequenze rispettive dei due suoni, e che, nel caso della consonanza, è riducibile a una frazione semplice. Proprio per il piacere che provoca in chi la ascolta, la consonanza costituisce l’elemento cardine della composizione musicale di quasi ogni cultura, come testimonia la produzione musicale a noi pervenuta da secoli o popoli differenti.

Il numero degli intervalli considerati consonanti non è però rimasto costante nel corso dei secoli, ma è cresciuto seguendo l’evoluzione del gusto musicale. Così, mentre per i pitagorici erano consonanti solo l’unisono, l’ottava, la quarta e la quinta, ai tempi di Keplero erano accettate anche le terze, maggiori e minori, e le seste, maggiori e minori. Si noti che tale arricchimento era avvenuto in maniera tutt’altro che indolore, attraverso una vera e propria rivoluzione musicale. I primi manifesti dell’esigenza di rinnovamento in campo musicale erano stati due trattati dal titolo quasi identico: l’Ars novae musicae del 1319, di Johannes de Muris, matematico e astronomo alla Sorbona, e l’Ars nova31 del 1320, di Philippe de Vitry, anch’egli docente umanista alla Sorbona32. La reazione della Chiesa fu immediata: nel 1324 Papa Giovanni XXII33 emise una bolla papale, la Docta sanctorum patrum, in cui esprimeva una chiara condanna nei confronti dei musicisti che utilizzavano la «nuova musica». In seguito la consonanza delle terze venne comunque accettata, soprattutto grazie alla musica quattrocentesca fiamminga, di cui un eccezionale esponente fu Josquin Des Prez34, e alle composizioni dell’inglese John Dunstable. Fu infine Mersenne, nel XVII secolo, a sostenere per primo l’esistenza di una scala di diversi gradi di consonanza e a escludere una reale dicotomia tra intervalli consonanti e dissonanti35.

Con il tempo, le regole compositive si sono evolute, emancipandosi dagli stretti vincoli medievali. Tuttavia, in generale, nella composizione di un discorso musicale ci si farà guidare dalle consonanze. Esse possono essere di tipo armonico, quando le note prescelte vengono suonate contemporaneamente, cioè quando sul rigo si trovano nella stessa posizione rispetto alla verticale; o di tipo melodico, quando le note si susseguono nel tempo, seguendo sul rigo un percorso orizzontale.

Stabilire quali tipi di intervalli siano percepiti come consonanti, determinare a quali



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